Stranieri all'ombra del duce. Le traduzioni durante il fascismo

Riferimento: 9788891781291

Editore: Franco Angeli
Autore: Ferrando A. (cur.)
Collana: Studi e ricerche di storia dell'editoria
In commercio dal: 15 Maggio 2019
Pagine: 346 p., Libro in brossura
EAN: 9788891781291
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Descrizione

Nel ventennio fra le due guerre mondiali, mentre nazionalismi, dittature e protezionismo si affermavano in ogni angolo d'Europa, l'Italia fascista divenne il più importante consumatore di traduzioni al mondo. Autori tedeschi, francesi, russi, danesi, inglesi, ungheresi e americani invasero letteralmente la penisola, mettendo in imbarazzo il regime e i suoi propositi di autarchia, di egemonia e di imperialismo culturale. Proprio in direzione contraria, infatti, nel solco del cosmopolitismo e delle politiche multiculturali, muovono, oggi come ieri, le traduzioni di opere straniere. Intesa nel suo significato etimologico di condurre oltre confine, la traduzione è un elemento importante nelle relazioni geopolitiche, nella definizione delle identità culturali oltre che, di conseguenza, un potenziale fattore di frizione con i centri del potere politico. Il volume raccoglie i contributi di una ventina di studiosi che hanno indagato da diverse prospettive le reti dei trasferimenti culturali tra Italia, Europa e Stati Uniti nell'entre-deux-guerres, per riflettere su queste connessioni fra traduzioni, nazionalismo e internazionalismo. Si è scelto di prendere come punto di osservazione la città di Milano, che proprio allora si andava trasformando nella principale fucina editoriale della penisola. A quali condizioni e in che modo il capoluogo lombardo rimase una finestra aperta sull'Europa e sugli Stati Uniti, contravvenendo al monito fascista di presidiare le frontiere? Quali furono gli attori, italiani e stranieri, che fecero di Milano la capitale transnazionale del libro nell'età del trionfo dei nazionalismi?