Assalto al Paradiso. Avventurieri, poeti e predatori nell'isola Splendente

Riferimento: 9788854523395

Editore: Neri Pozza
Autore: Borsani Ambrogio
Collana: I colibrì
In commercio dal: 10 Marzo 2022
Pagine: 512 p., Libro in brossura
EAN: 9788854523395
18,00 €
Quantità
Disp. in 4/5 gg lavorativi

Descrizione

Antichi viaggiatori come Marco Polo e Ibn Battuta raccontano che Adamo si rifugiò qui dopo la cacciata dal Paradiso Terrestre. L'isola che fu Taprobane, Ceylon e infine Sri Lanka ha attirato conquistatori feroci ma anche immigrati pacifici. Il più affezionato di tutti fu Arthur C. Clarke, che per 52 anni visse, amò e scrisse in questo Eden. Qui immaginò 2001 Odissea nello spazio e fu coinvolto in uno scandalo di pedofilia che venne presto messo a tacere. Agli inizi del secolo scorso Leonard Woolf passò sette anni nel Civil Service a Ceylon, ma quando gli ordinarono di incendiare la capanna di un indigeno si dimise e tornò a Londra per sposare Virginia. Pablo Neruda arrivò a Colombo nel 1927 come console del Cile, scrisse le sue poesie più belle, ma fu meno poetico con le donne, proiettando ombre che ancora pesano sulla sua vicenda umana. Al seguito degli inglesi arrivò il sedicente conte de Mauny: come un Des Esseintes equatoriale trasformò uno scoglio in una splendida isoletta con giardino all'italiana che poi venne acquistata da Paul Bowles. Tra i viaggiatori stregati dall'isola ci fu Nicolas Bouvier, partito in Topolino da Ginevra e approdato a Galle dove rimase stordito per sette mesi. Tra i talenti indigeni ci sono figure straordinarie. Come Geoffrey Bawa, architetto geniale e innovatore che progettava boschi verticali prima che li inventassero in occidente. Michael Ondaatje per fuggire da un padre squilibrato emigrò in Canada, dove ebbe risonanza mondiale con Il paziente inglese. Alle radici di tutto stanno le vertigini delle sconfinate mitologie Veda. E la grande rivoluzione dei canoni buddisti che qui per la prima volta passarono dalla forma orale a quella scritta. Poi arrivarono le invasioni selvagge degli occidentali. I cattolicissimi portoghesi erano impegnati a salvare le anime degli indigeni e a dannare le proprie con massacri e distruzioni. Seguirono gli olandesi, che potevano ammazzare per un sacco di cannella; infine gli inglesi, che si dedicarono a uno sfruttamento intensivo, più razionale, più cinico. Questa terra ha generato immensi splendori. Quattro secoli di invasioni occidentali non hanno fatto in tempo a distruggerli tutti. Ora rappresentano la testimonianza di una storia millenaria, di una cultura tra le più antiche e affascinanti del mondo.