RESTI DEL CUORE (I)

Mi sono accorto di essere in un mondo che aveva l'odore, il sapore, l'apparenza, ma anche la profondità della poesia. Non so spiegare perché ciò avvenne, forse nel momento migliore in cui il mio essere doveva sprigionarsi, prese una strada poco comune a tanti altri; forse era destino che andasse così forse fu il viso dolcissimo di una ragazzina dai capelli lunghi e castani, dagli occhi verdi, che segnò il mio destino. In ogni caso, senza alcun dubbio, la poesia fu il mio linguaggio, magari allora credevo che i miei testi sarebbero diventati testi di belle canzoni (e qualcuna provai a farla io stesso) di certo la storia di me steso, uomo, si è riflessa nella catena delle parole che io ho incasellato senza fine, testo dopo testo, poesia dopo poesia. La parola è diventata per me un segno scritto su di un quaderno dalle pagine bianche, come se fossi a scuola a comporre i compiti. Le lezioni della vita; con esse io ho potuto registrare tutti quei cambiamenti che avvengono nella vita di ogni uomo, nel mio caso, nella mia vita fino a oggi.