Diritto & delitti nel Cinquecento. Dialoghi veritieri sul '500 Napoletano nella Venosa di Roberto Maranta

Riferimento: 9788872974636

Editore: ABE
Autore: Iandiorio Virgilio
Collana: Notai e avvocati del Regno di Napoli
In commercio dal: 01 Luglio 2022
Pagine: 86 p., Libro in brossura
EAN: 9788872974636
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Descrizione

Questo ulteriore lavoro del Prof. Virgilio Iandiorio, appassionato studioso di personaggi del nostro territorio, entusiasta ricercatore di nuovi filoni culturali, è una tappa significativa di ricerca con spunti del tutto originali su due grandi venosini, Roberto Maranta e Luigi Tansillo, giurista eccelso il primo, poeta fecondo ed originale il secondo. Questo secondo volume sulle vicende venosine del 500, diviso in due parti, accende i riflettori, con una angolazione innovativa sotto forma dell'intervista, sui due personaggi definiti minori della storia di Venosa ma che hanno invece lasciato una traccia indelebile nello studio e nell'applicazione del diritto e nella poetica nazionale. Un'iniziativa volta ad aprire ad un pubblico sempre piu' vasto la conoscenza di due illustri personaggi che sono stati parte integrante della storia e della cultura non solo nazionale. La Città di Venosa, famosa a livello internazionale per aver dato i natali a Quinto Orazio Flacco, grande poeta della latinità, a Gesualdo da Venosa, principe dei musici, a Giovanni Battista De Luca, grande giurista del 600. Pasquale del Giudice, nato a Venosa nel 1842, docente e preside della facoltà di Giurisprudenza all'Università di Pavia, deve annoverare Luigi Tansillo e Roberto Maranta nel «Pantheon» di coloro che sono parte integrante della sua storia e della sua cultura. Luigi Tansillo era una guardia personale del viceré Pedro di Toledo. Nato nel 1510 a Venosa (morì a Teano nel 1568), era nato da una famiglia della nobiltà di Nola. Entrato alla corte del viceré Toledo, lo seguì in molte spedizioni, dividendosi tra gli impegni militari e l'esercizio poetico. Conobbe ed ammirò Vittoria Colonna, strinse amicizia con Garcilaso de la Vega (che lo ricorda nelle sue Rime) e lesse i versi di Juan Boscàn, l'altro grande del Cinquecento spagnolo. Non ebbe grande fortuna editoriale in vita: i versi un po' lascivi del poemetto Il vendemmiatore gli costarono l' iscrizione nell'indice dei libri proibiti; ma bastarono i pochi sonetti pubblicati nelle antologie veneziane a fargli guadagnare la stima di lettori e critici contemporanei. Grazie ad un paio di raccolte manoscritte, Tansillo fu presto letto ed imitato non solo dai poeti spagnoli, ma anche in Francia e in Inghilterra. (Donato Bellasalma)